Intervista ad Angelo Garini - il perché delle cose anche a Tavola - Testo di Laura Graziano

Garini è un uomo poliedrico dai molteplici talenti che ha fatto dell’ecletticità la sua carta vincente.

Accompagnato da sempre dall’amore per l’arte, il design e l’antiquariato, nel suo ultimo libro, “Tavola – Storia e Arte del ricevere” edito da Lisianthus Editore, ha scelto di ripercorrere l’evoluzione della tavola dagli albori ai giorni nostri, attraverso aneddoti e curiosità, per spiegare come siamo arrivati alla moderna concezione dell’accoglienza, sempre con un occhio alla bellezza estetica della composizione della tavola, da lui definita “una vera e propria architettura da camera”.


Secondo l’autore, la chiave dell’accoglienza non risiede solo nella simmetria dell’ambiente, ma anche nelle piccole regole quotidiane di comportamento. Per questa ragione, nella seconda parte del libro, Angelo Garini spiega con toni familiari e semplici come comportarsi nelle diverse situazioni di ogni giorno e come affrontare gli eventi mondani.


Ho incontrato l’autore in una soleggiata mattina di settembre nella sua villa sul Lago Maggiore dove, sfogliando insieme il suo nuovo libro, ho avuto la possibilità di porgli alcune domande.


Qual è l’ispirazione alla base di “TAVOLA – Storia e Arte del ricevere”?


C’è un’ispirazione che nasce da lontano, da quando ero bambino e rimanevo incantato dalle belle tavole che vedevo allestire in casa, dai racconti che mia nonna mi faceva, dopo aver partecipato a qualche ricevimento e, in particolare nasce da un episodio ben preciso, quando in occasione di un compleanno di mio nonno, mia nonna preparò una tavola con una bellissima tovaglia indiana, di colore rosso, ricamata in varie tonalità di blu e banco e scintillante di piccoli specchietti argentati. Ne rimasi così colpito che mia ninna decise di regalarmela, quella fu il primo pezzo delle mie collezioni sempre in crescita di tutto ciò che riguarda l’allestimento e la decorazione della tavola.

C’è poi un’ispirazione più vicina del tempo, o meglio, più che un’ispirazione, una risposta a una domanda che sempre più spesso mi sentivo fare durante i miei seminari sul tema e cioè se esistesse un libro in cui poter trovare approfondimenti, informazioni, ricerche su un tema che appassiona davvero molte persone. La mia risposta era sempre la stessa e cioè che quel libro non esisteva, finché non ho deciso di scriverlo io stesso.


La tavola è “architettura da camera”. Puoi spiegarmi questo concetto?


Intendo l’architettura come l’arte che mette in equilibrio forme, volumi, colori, materiali per creare qualcosa di bello che prima non c’era. L’architettura mescola elementi diversi e produce volumi.

Prendendo spunto da ciò che s’intende per “concerto da camera” un’esecuzione musicale realizzata con una formazione orchestrale ridotta, mi piace definire la tavola una “architettura da camera” perché con forme, volumi, colori e materiali abbiamo la possibilità di creare una composizione equilibrata, bella, elegante, divertente, colorata... utilizzando il tavolo come se fosse un minuscolo pezzo di mondo su cui intervenire.


Nel libro ripercorri la storia e l’evoluzione della tavola. Qual è il tuo periodo storico preferito?


Ogni periodo storico di cui parlo nel libro, ha lasciato un segno importante nella storia della tavola, ma il mio riferimento preferito è il rinascimento in particolare con Leonardo da Vinci, organizzatore di feste ed eventi alla corte ducale degli Sforza a Milano. A lui si devono molte invenzioni pratiche di elementi che usiamo quotidianamente e che mai potremmo immaginare di attribuire a lui, ma non voglio svelare troppo ai futuri lettori.

Se posso aggiungere una seconda risposta, cito volentieri il ‘700, secolo durante il quale si scoprì la formula per produrre l’oro bianco, la porcellana, e durante il quale la Francia, Venezia e il regno di Napoli rivaleggiavano in sontuosità e magnificenza di feste ed eventi.

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Piatto da portata del 1745. Manifattura Ginori.



L’evoluzione del galateo e delle buone maniere ha portato nuove regole o sono rimaste immutate negli anni?


La base resta la stessa e cioè che quello che io definiscono il buon comportamento, è prima di tutto rispetto per sé e per gli altri. Restano sempre valide le regole generali, ma sicuramente come tutto ciò che riguarda il costume della società, anche il galateo è in costante evoluzione. Se per esempio negli anni ‘5’ o ‘60 era buona regola lasciare sempre qualcosa nel piatto, per non dare ai padroni di casa la sensazione di essersi presentati alla loro tavola con una gran fame, segno di povertà, oggi è più corretto fare onore alla cucina di chi ci ospita finendo tutto ciò che si riceve. Sempre per restare in tema, è considerato poco educato augurare “buon appetito” ai propri commensali perché è come se volessimo dire ai nostri ospiti, che si sono presentati da noi particolarmente affamati (sottintendendo la povertà della loro cucina) e che quindi in quell’occasione potranno mangiare di buon appetito. Ovviamente anche questa regola non ha più la sua ragione d’essere e se oggi capita che qualcuno in tavola conviviale e allegra augura “buon appetito” nessuno più si dovrà scandalizzare e soprattutto, non dovrà mai dire “non si dice”.

Come queste sono tante le situazioni in cui le regole del buon comportamento si sono evolute, l’importante è conoscerle perché solo conoscendole, ci si sentirà liberi di comportarsi nel migliore dei modi senza ansie preoccupazioni di alcun genere, in qualsiasi situazione.


Perché i lettori dovrebbero acquistare “TAVOLA – Storia e Arte del ricevere”?


Ho scritto questo libro pensando di rivolgermi ad un pubblico eterogeneo e mi piace pensare che possa essere una lettura interessante per tutti, partendo dalla certezza che la cultura dell’uomo, passa anche attraverso la tavola, la sua preparazione e la sua decorazione.

La sua importanza sia livello sociale, come momento di unione famigliare e conviviale, sia a livello politico, come manifestazione di ricchezza, eleganza e stile è indiscutibile. Ritengo importante oltre che divertente, conoscere la storia dei grandi ricevimenti, da quelli organizzati da Marco Antonio per incontrare Cleopatra a cui lei rispose con altrettanta magnificenza, al matrimonio di Isabella d’Aragona con Gian Galeazzo Sforza per opera di Leonardo, dall’incontro tra Enrico VIII e Francesco I, per siglare la pace tra Inghilterra e Francia, durante il quale si crearono interi palazzi effimeri, fino ad arrivare ai giorni nostri, con il “dietro le quinte” dei matrimoni reali.

Così come ritengo fondamentale conoscere la storia di ogni oggetto del quale ci serviamo ogni giorno sulle nostre tavole. Ci aiuta a capire l’importanza di dedicare tempo e attenzioni alla nostra tavola.

Infine, questo libro può essere un valido aiuto per affrontare qualsiasi situazione ci si possa presentare, in ogni momento della nostra vita, conoscendo il perché delle cose e non solamente la regola in maniera asettica.

Ricordo che quando i miei figli erano piccoli e si lamentavano per certe regole basilari, come il dover stare seduti correttamente senza sdraiarsi sul tavolo, io rispondevo sempre che dietro a certe regole ci sono secoli di storia e cultura e iniziavo a raccontare piccole storie che li aiutassero a capirle.


(Questo ha dato il via ad un altro progetto, dedicato ai bambini, ma ne parleremo in un’altra occasione)


Un libro, dunque, che incontra i desideri di tutti coloro che amano ricercare la bellezza nel quotidiano, trovando armonia ed equilibro tra tradizione e innovazione, regole e creatività.

TAVOLA – Storia e Arte del ricevere si può acquistare sul sito della casa editrice,

https://www.lisianthuseditore.com/store/product/tavola-storia-e-arte-del-ricevere-1

in tutte le librerie online ed è ordinabile ovunque.



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