TORINO Magica - Viaggio alla scoperta dell'anima nascosta di una città Testo Federica Spagone – Foto Toni Spagone / Realy Easy Star 

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In primo piano la cappella del Guarini e sullo sfondo la Mole Antonelliana.


Torino è la città più profonda, più enigmatica, più inquietante, non d’Italia ma del mondo.

(Giorgio De Chirico)


Si dice che Torino sia una città magica e io non posso che essere d’accordo, ma non per la motivazione classica che tutti adducono regalandole questo aggettivo.

Per gli appassionati di misteri sembra rappresentare il vertice di due triangoli magici: uno legato al bene, alla magia bianca, con Lione e Praga ed uno più oscuro, il triangolo nero, con Londra e San Francisco.

Ma che cos’è la vera magia? La magia è la creazione, è il plasmare le idee o la materia per creare un qualcosa di totalmente nuovo. Proprio per questo Torino è una città magica, grazie al suo estro e alla creatività che l’ha contraddistinta nella storia e la contraddistingue tutt’oggi. Nella città che fu Capitale d’Italia, che vide il formarsi delle prime case di produzione cinematografiche e in cui si girò nel 1914 lo spettacolare Cabiria, nacque anche la moda “Made in Italy” che si affermò internazionalmente durante l’Esposizione del 1911. Con i grandi stilisti prima e i tanti atelier dopo, la magia della creazione artigianale è sempre viva e presente in città.

Così come la magia della creazione gastronomica, dove il cibo è parte integrante della cultura stessa e in cui cucina e arte spesso si fondono creando un connubio di sapori del territorio. La magia è anche arte e Torino è altresì uno scrigno che raccoglie il prestigio e l’eleganza di ogni stile architettonico, dall’arte romana al barocco, passando per il liberty.

Una magia, insomma, rappresentata dalle molteplici anime di Torino, che sommate creano un luogo unico da visitare e da vivere. La magia di cui parlo si manifesta nell’elegante centro storico che ha il suo fulcro nella splendida Piazza San Carlo, definita “il salotto di Torino”. Impossibile non coglierne la bellezza mentre vi si passeggia, ammirando il centrale caval ‘d brôns, o volgendo, invece, lo sguardo verso la testata meridionale della piazza che, come in una quinta scenica, accoglie due chiese gemelle barocche. 
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Piazza San Carlo il Caval ‘d Brons. Monumento equestre di Emanule Filiberto di Savoia.


A sinistra Santa Cristina con la facciata concava progettata dall’architetto Filippo Juvarra e sulla destra San Carlo con la facciata d’ispirazione juvarriana, costruita da Ferdinando Caronesi.

La magia è nei dettagli e la città ne è piena.

Ecco, infatti, all’angolo con via Alfieri scorgere su uno dei palazzi un singolare affresco raffigurante un’antica Ostensione della Sacra Sindone. 

La magia è anche leggenda e per una piccola deviazione all’insegna del mistero, nella vicina Via XX Settembre, al numero civico 40, sorge il Palazzo Trucchi di Levaldigi, oggi sede della Banca Nazionale del Lavoro. Il severo palazzo seicentesco costruito da Amedeo di Castellamonte, mostra un imponente portone in legno intarsiato ed è proprio questo ingresso a rappresentare la sua particolarità. Il portale costruito nel 1675 e ideato dall’artista Piero Danesi è definito “Portone del Diavolo”. A causa della sua comparsa improvvisa (venne montato in una notte) e del suo battente bronzeo, rappresentante satana con tanto di corna e due serpenti nella bocca spalancata, si è alimentata la credenza popolare che l’opera fosse stata realizzata proprio con l’ausilio del diavolo.

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Palazzo Trucchi Levaldigi - Il “Portone del Diavolo”.


La magia della città è rappresentata anche dai molteplici musei e in Via Accademia delle Scienze sorge uno dei più spettacolari: il meraviglioso Museo delle Antichità Egizie di Torino, il più importante al mondo dopo quello del Cairo per il valore dei reperti conservati. Fondato nel 1824 da Carlo Felice di Savoia, presenta un percorso di visita estremamente suggestivo, ideato dallo scenografo Dante Ferretti che ha il suo culmine nel meraviglioso Statuario.

Tuttavia, il museo non sarebbe l’unico collegamento che Torino ha con l’Egitto.

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Museo Egizio Statuario. Sarcofago di Ibi - XXVI Dinastia regno di Psammetico I (661 - 610 BC).


Un’antica leggenda vuole, infatti, che la città sia stata fondata da Fetonte, figlio di Iside, che scelse l’incrocio tra i fiumi Dora e Po per innalzare un centro di culto al dio Apis, rappresentato proprio con le sembianze di un toro dagli antichi egizi. Le prove per confutare questa tesi scarseggiano, ma alcune similitudini o coincidenze rendono ancor di più la storia interessante.

La bellezza magica della città è rappresentata soprattutto dalle sue piazze e ne è esempio la piccola e graziosa Piazza Carignano, a pochi passi dall’Egizio. Qui si può ammirare un emozionante connubio di barocco con l’imponente Palazzo Carignano, sede del Museo del Risorgimento (parte del sito seriale UNESCO delle Residenze Sabaude), e l’elegante Teatro Carignano del XVII secolo, uno dei più importanti teatri della città.

Tra le piazze di Torino, di eccezionale bellezza, è impossibile non citare la vicina Piazza Castello, luogo che accoglie alcuni tra i più importanti monumenti della città, tra cui il maestoso Palazzo Reale. Edificato per volere di Carlo Emanuele I di Savoia alla fine del Cinquecento, domina con la sua imponente facciata, l’intera piazza. Proprio al centro della cancellata del palazzo, adornata dalle due statue equestri rappresentanti Castore e Polluce, si troverebbe il punto più magico e carico di energia positiva della città; quel che è certo però, è che la vista da qui è estremamente suggestiva.

Come un forziere pieno di tesori, il palazzo custodisce al suo interno gli appartamenti reali, i Giardini Reali e i meravigliosi musei della corte sabauda: la Galleria Sabauda, una delle più importanti pinacoteche d’Italia, la Biblioteca Reale che conserva oltre 200 volumi, l’Armeria Reale con una delle più ricche e antiche collezioni del mondo di armi e armature, il Museo di Antichità e il Palazzo Chiablese che insieme formano il prestigioso “Polo Reale”.

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La Piazzetta Reale e il Palazzo Reale.  


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Polo Reale - Armeria Reale -Armature.


Proprio accanto al Palazzo Reale, sorge la barocca Real Chiesa di San Lorenzo, edificata alla fine del Seicento a opera di Guarino Guarini. Sebbene la facciata sia spoglia e ricordi l’esterno di un normale palazzo, è al suo interno che avviene la magia, con una struttura ricca di simbolismo. Entrandovi si noterà subito un ambiente eccezionalmente cupo, senza finestre e proprio quest’oscurità rappresenta la vita terrena. Alzando lo sguardo si incontrerà il primo punto di luce, 4 loggette simbolo dei quattro elementi naturali. Volgendo lo sguardo sempre più in alto, non si potrà non essere rapiti dalla meravigliosa cupola ad archi incrociati, sempre più luminosa, a rappresentare l’assoluto e la luce divina. Ritornati all’esterno, la piazza apparirà ancora più maestosa e il frontale Palazzo Madama lascerà senza fiato al primo sguardo con la sua facciata Juvarriana. Oggi sede del Museo Civico di Arte Antica, la singolarissima struttura, connubio di 2mila anni di storia piemontese, nacque inizialmente come porta praetoria in epoca romana (non molto lontano sorgono le Porte Palatine principale testimonianza archeologica dell’epoca romana della città), si trasformò in castello nel medioevo, per poi evolversi in reggia signorile nel Quattrocento e diventare, infine, residenza Sabauda. 


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Chiesa di sal Lorenzo - La cupola interna.


Nella piazza sorge anche il prestigioso Teatro Regio la cui peculiarità è rappresentata dalla moderna cancellata realizzata dall’artista Umberto Mastroianni, opera d’arte dal titolo “Odissea Musicale”. Ma Torino è una città che non si è sviluppata solo in superficie, infatti, nel sottosuolo vi sono molteplici cunicoli (come le Gallerie Pietro Micca), molti dei quali si trovano proprio sotto Piazza Castello e avrebbero consentito ai Savoia la fuga in caso di attacchi e attentati. La leggenda vuole però, che non tutte fossero semplici vie di fuga, nei sotterranei della piazza, ci sarebbero anche le famosissime Grotte Alchemiche. Considerate veri e propri luoghi di potere o “porte interdimensionali”, conserverebbero anche la Pietra Filosofale tanto cercata dagli alchimisti nel medioevo.

Alle spalle della piazza sorge uno dei luoghi di culto più rappresentativi della città, il rinascimentale Duomo di San Giovanni Battista. Vi è custodita la Sacra Sindone ed è possibile visitare il Museo Diocesano di Arte Sacra. Anche in questo caso i dettagli incredibili non mancano e sulla facciata laterale destra dell’edificio è possibile ammirare la Meridiana Astrologica. La disposizione dei simboli del singolare orologio solare non rispecchia la classica forma circolare, ma è realizzata richiamando la forma di una croce. Ancora più particolare è la simbologia, poiché riporta le raffigurazioni dello Zodiaco: Il segno astrologico del Capricorno è posizionato in alto a rappresentare il Solstizio d’Inverno, mentre all’estremità opposta si staglia il segno del Cancro a rappresentare il Solstizio d’Estate. Una linea orizzontale congiunge tra loro i segni equinoziali: l’Ariete (Equinozio di Primavera) e la Bilancia (Equinozio d’Autunno). La tinta dorata con cui è stata realizzata l’opera brilla al sole rendendo la visione decisamente incredibile.

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Il duomo di San Giovanni Battista.



Da Piazza Castello, cuore del centro storico, si diramano, anche, le più importanti vie dello shopping cittadino, Via Po, Via Roma e Via Garibaldi che confluisce nella neoclassica Piazza Statuto. Qui si può ammirare il singolare Monumento ai caduti del Frejus: una struttura piramidale sormontata da un Genio alato sotto il quale si trovano le figure marmoree dei Titani. Proprio la statua del Genio con una stella a 5 punte sul capo raffigurerebbe, secondo la leggenda, Lucifero e la piazza sarebbe il luogo più negativo di Torino.

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Monumento al Frejus di Piazza Statuto - La statua di Lucifero posta sulla cima.


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La magia a Torino non si ferma mai, ritornando sui propri passi e imboccando Via Montebello da Via Po, si raggiunge il vero e proprio simbolo della città, la Mole Antonelliana che con i suoi 167 metri di altezza, rappresenta l’edificio in muratura più alto d’Europa. Concepita originariamente come sinagoga, non venne mai consacrata ma divenne monumento all’Unità Nazionale. Proprio come la città che rappresenta, la Mole custodisce molteplici magiche realtà: all’esterno l’antico e imponente monumento, all’interno l’innovativo e interattivo Museo del Cinema e sulla vetta l’eccezionale punto panoramico.

Nella vicina Piazza Vittorio, la piazza dotata di portici più grande d’Europa, lo scenario è reso ancora più magico dalla stupenda vista della rigogliosa collina torinese preceduta dalla maestosa Gran Madre di Dio. La sua più grande particolarità è all’ingresso dove due statue allegoriche rappresentanti la Fede e la Religione, accolgono il visitatore. Proprio su una delle sue allegorie aleggia una misteriosa leggenda, poiché si crede che la statua raffigurata con una coppa in mano indichi il luogo dov’è nascosto il Santo Graal.

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il Fiume Po con la Gran Madre e il monte dei Cappuccini con la chiesa di Santa Maria del Monte.
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Chiesa Gran Madre di Dio - statua della Fede.


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Chiesa Gran Madre di Dio - statua della Religione

Dalle sponde del Po, per ricercare un po’ di pace e allontanarsi dalla frenesia della città, basteranno pochi passi in salita, per ritrovarsi nella tranquillità della collina di Torino e raggiungere il Monte dei Cappuccini, su cui si erge il convento di Santa Maria del Monte. Anche il convento, come il resto della città, è luogo di leggende: Il mito vuole che nel 1640, durante l’assedio francese di Torino il principe Tommaso Francesco di Savoia ordinò di espugnare il colle e il monastero.

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Chiesa di Santa Maria del Monte - Il Dipinto del miracolo



Ma i soldati entrati nella chiesa furono investiti da una lingua di fuoco levatasi dal tabernacolo per proteggere le ostie consacrate e batterono in ritirata. Proprio quest’episodio mistico è rimembrato in un quadro esposto nell’atrio della chiesa.

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Chiesa di Santa Maria del Monte - Notturno con neve


Dal piazzale si ammira Torino dall’alto, con le luci della sera che illuminano le vie simmetriche a pianta romana, con i tetti a spiovente dei palazzi signorili ottocenteschi, con la Mole che svetta verso l’alto in tutta la sua maestosa bellezza.

E’ proprio qui che si comprende la vera magia della città, una magia che risiede nella sua continua trasformazione, pur rimanendo sempre la stessa perla sabauda capace di rendere armonici anche i contrasti, nella sua atmosfera accogliente che rende ogni piazza un grande salotto e nella sua continua ricerca del bello che la rende straordinaria a prima vista.