Triora Salem Italiana Testo e foto di Toni Spagone

Anno 1587 nell’entroterra ligure una grande carestia portò alla rovina i contadini, già ridotti alla fame dai vari proprietari terrieri. Bisognava trovare un capo espiatorio. Lo trovarono in alcune donne di Triora che vennero accusate di stregoneria. Il Parlamento del luogo domandò alla chiesa e alle autorità civili di intervenire e far cessare di adorare il diavolo alle presunte streghe.

Così giunsero sul luogo il vicario dell’inquisitore di Genova e il vicario dell’inquisitore di Albenga e il sacerdote Girolamo del Pozzo, grande sostenitore della presenza del maligno in quei luoghi.

Il sacerdote, mentre celebrava la messa, chiese ai cittadini di denunciare le compaesane presunte streghe. Vennero nominate venti donne che rinchiuse e torturate furono costrette a confessare i nomi di altre che professavano come loro la stregoneria. Il tutto ovviamente fu estorto con la violenza e pur di far finire quel supplizio le malcapitate confessarono il falso. Tra loro tredici donne, quattro ragazze e un ragazzo, costretti, si dichiarano colpevoli di adorazione del maligno.  

Alcune case di Triora vennero trasformate in carceri e quella più famosa, casa del Megia oggi nominata Ca’ de Baggiure, divenne la Casa delle Streghe.


Realy_Easy_Star_RLY240668jpg

Una “strega” intenta a preparare una pozione.


Sotto tortura in breve tempo morirono Isotta Stella, sessantenne di nobile famiglia che non resistette e un’altra donna che si gettò dalla finestra per porre fine alle sue pene.

In seguito alle tragedie, il consiglio degli anziani chiese all’inquisizione di procedere con più cautela, in quanto tra le accusate vi erano anche nobili e persone influenti del paese.

La domanda non venne accolta, sebbene fu appurato che la morte di Isotta Stella fosse causata dalle torture subite. Nel 1588 il governo genovese mandò nel borgo l’inquisitore capo, che visitando le carceri fece liberare solo una ragazzina di tredici anni, lasciando le altre rinchiuse.

Nello stesso anno Genova mandò a Triora il commissario Giulio De Scribani, il quale esasperò il clima terrorizzando le genti e trasferì le carcerate a Genova. Iniziò a cercare nuove “streghe”con accuse di reato contro Dio, commercio con il demonio, omicidio di donne e bambini.

Seguirono nuovi interrogatori e supplizi, cui erano sottoposti sempre degli innocenti. Questa persecuzione si estese anche ai paesi vicini come Castel Vittorio e Sanremo, così ebbe inizio una vera e propria caccia alle streghe.

De Scribani chiese la condanna al rogo per quattro donne e riuscì a ottenerla, anche dopo che il governo fece riaprire i processi per cercare prove più fondate circa la loro colpevolezza.

Poco prima dell’esecuzione alla condanna arrivò il Padre Inquisitore di Genova, unico rappresentante dell’Inquisizione di Roma e il solo con il potere di giudicare i fatti e i crimini inerenti alla stregoneria.

Dopo il suo intervento nell’ottobre del 1588, le condannate nelle carceri di Triora vennero inviate a Genova dove già si trovavano rinchiuse le prime tredici streghe. 

Realy_Easy_Star_RLY68701jpg  

Tribunale dell’inquisizione.

Triora oggi, luogo incantato tra i monti liguri, è uno dei “Borghi più belli d’Italia”, bandiera arancione. La statua di una Strega che prepara una pozione, dà il benvenuto a Triora, con in mano la sua caratteristica scopa di vimini.

Inizia così l’itinerario alla scoperta del magico borgo.
triora_statua_stregajpg

Monumento alla strega.

Poco dopo il doge genovese Daniele Vacca inoltrò al Santo Uffizio la richiesta di mettere fine ai processi, cosa che avvenne il 23 aprile del 1589. 

Non si seppe mai che fine fecero le imprigionate nelle carceri, il tutto rimase avvolto nel mistero.

Realy_Easy_Star_RLY30842jpg

Tra i vicoli di Triora.

Si può ripercorrere la storia della “Salem d’Italia” nel museo etnografico e della stregoneria allestito nel 2016 proprio all’ingresso del paese e passeggiando tra i vicoli della Sambughera si è avvolti da un alone di fascino e mistero. 

RealyEasyStar_30827jpg  

Museo Etnografico e della stregioneria

Realy_Easy_Star_RLY30845jpg
La Sambughera.

In località Cabotina si dice che le streghe giocassero calciando i fanciulli da un albero all’altro, oltre a partecipare ai sabba con il demonio.


RealyEasyStar_30846jpg

Ogni anno il borgo rivive la caccia alle streghe in particolari e suggestivi eventi richiamando numerosi spettatori e amanti del mistero. Certo è che il borgo emana sensazioni particolari e alcune volte il vento gioca strani scherzi: sembra di udire in lontananza canti o urla, sarà l’energia delle povere vittime dell’inquisizione, rimasta ancorata al luogo che cerca pace?
Realy_Easy_Star_RLY30838jpg